DOMENICA DI PASQUA - La "Cunfrunta"

La mattina della Domenica di Pasqua si svolge il rito della "Cunfrunta"
L'Addolorata, intorno alle 9.00, è recata processionalmente presso il Calvario. Le fedeli vi si raccolgono intorno cantando le sue lodi: "Sarvi, sarvi, o Regina / Matre di buon consiglio..."; "Eu v'aduru o gran Signura / eu v'aduru Patri e Figghiu..."
Improvviso appare S. Giovanni, recato da otto giovani, vestiti di bianco, tra i venti e i trent'anni: si av- vicina di corsa a Maria, fa tre inchini e ritorna sui suoi passi mentre la Madonna si incammina.
S. Giovanni si reca per nove volte ad annunziare alla Madonna la resurrezione del Cristo, le ultime tre di corsa, ripartendo ogni volta dal simulacro del Cristo Risorto che, partito dalla Chiesa Madre, pian piano si va approssimando alla piazza Dante.
Ora sono i "ragazzi" ad essere investiti dagli sguardi, a dovere dare prova di saper compiutamente assolvere al ruolo demandatogli dalla comunità. 
Il paese è insolitamente animato. Ai suoi circa 4.500 abitanti si sono aggiunti numerosi gli emigrati in Germania rientrati per ritrovare familiari, amici e senso alla loro esistenza. Tutti vestono gli abiti della festa, si scambiano sorrisi e auguri di buona Pasqua mentre le campane risuonano allegramente.
Anche la Madonna, lentamente, seguita dal canto femminile "E la Matri pura e bella...", si approssima al Risorto, invitata sempre più pressantemente da S. Giovanni. Adesso la Madre e il Figlio si trovano agli estremi dell'ampia piazza gremita di fedeli.
S. Giovanni correndo fa l'ultimo annunzio all'Addolorata che parte di scatto in avanti mentre il Risorto rapido le viene incontro. In un attimo è la "Cunfrunta", attimo liberatorio e gioioso, di urla e di applausi, di speranze e illusioni. Un rapido piroettare di simulacri, il manto nero vola via e splendida appare la Madonna accanto al Figlio ritrovato.


I simulacri sono ora deposti a terra. Uno di fianco all'altro. I fedeli vi si accalcano intorno, baciandone gli abiti e le membra, sfregandovi immaginette e fazzoletti, recando fiori e offerte in denaro. La sosta ha termine.
La processione riparte verso la Matrice dove S. Giovanni ed il Risorto entrano ancora correndo all'altare tra gli applausi dei presenti. Il tempo si è rifatto, lo straordinario declinerà in un quotidiano dove Cristo continuerà a garantire la sua presenza, a scandire i giorni a dare ragione alla vita.
A San Luca come altrove «È Cristo che segna il tempo e il tempo diventa segno di Cristo, delle sue proposte e dei suoi incontri umani».

- Testo  tratto dal volume "La Settimana Santa a San Luca", Etnovisioni s.n.c., Catanzaro, 2007, a cura di Ignazio E. Buttitta.
- Foto a cura di Giancarlo Parisi.