Il Sabato Santo mattina si svolge la processione del Cristo Morto. Prende avvio al termine delle Lodi, presso la Chiesa Madre, intorno alle ore 9.15. Il Cristo morto disteso sulla lettiga sostenuto da quattro chierichetti, l'Addolorata e S. Giovanni, sostenuti ciascuno da otto uomini, seguiti
da alcune fedeli, si incamminano fino
a raggiungere il Calvario.
I canti devoti accompagnano sempre il corteo che
percorre via Nazionale, piazza Dante
Alighieri, corso Alvaro.
Giunti presso il Calvario, il Cristo viene
deposto al centro dell'emiciclo affiancato
dai simulacri della Madre e di S. Giovanni.
Il predicatore rivolge ai presenti le sue
edificanti parole e procede alla lettura
dal Vangelo di S. Giovanni: "Stavano
sotto la Croce...".
Gli uomini frattanto si
ristorano al bar limitrofo e vi escono solo
per riprendere i simulacri all'avvio della
processione, intorno alle 10.45. Secondo lo stesso itinerario dell'andata il corteo ritorna presso la Matrice.
I simulacri
vi sono nuovamente introdotti e sistemati in prossimità dell'altare. Le fedeli
ancora una volta intonano i canti della
memoria e poco a poco si accostano ai
simulacri per baciarli nuovamente.
Sul far della sera, intorno alle 17.30,
l'Addolorata viene preparata per il prossimo incontro con il Risorto.
È una cerimonia "a porte chiuse",
solo le sue ancelle dovrebbero vedere il
corpo spoglio della Madonna. Toltole il manto e l'abito nero, la parrucca dai capelli lunghi e scomposti, la
Madonna è rivestita a festa, a cominciare da una sottoveste di candido lino,
riconquistando la propria lucente maestà: i capelli ora sono raccolti in bei boccoli ramati, il capo cinto della corona e
arricchito degli orecchini d'oro; una gonna color panna ricamata a fiori bianchi e
celesti dagli steli dorati le cinge la vita,
una camicetta dello stesso tessuto con
decori solo leggermente variati le copre
il busto. Mentre le ancelle attendono
a curare la loro Signora, viene velato
il gruppo statuario della Pietà posto in
alto sopra l'altare.
La Madre è ora pronta a ricevere sulle spalle l'ampio manto
azzurro a stelle d'oro e nelle mani un
mazzo di fiori bianchi e il Rosario. Infine, la Luce è nuovamente ammantata
per intero della cappa del lutto.
Intorno alle 23.30 ha inizio la Messa di
Resurrezione. La Chiesa è gremita di
fedeli. Il sacerdote ieratico declama le
Letture, poi annunzia gaudioso la Resurrezione. Alle spalle dell'altare viene
sollevata d'un tratto, a braccia, la statua del Cristo Risorto nel tripudio dei
presenti. Poi, il sacerdote, portatosi
fuori del Tempio, procede alla benedizione del fuoco nuovo e con un tizzone benedetto accende il cero pasquale.
- Testo tratto dal volume "La Settimana Santa a San Luca", Etnovisioni s.n.c., Catanzaro, 2007, a cura di Ignazio E. Buttitta.
- Foto a cura di Angelo Maggio.