Alle 15.00 ha
inizio l'adorazione della Croce. La Chiesa si va
riempiendo di fedeli, in massima parte
donne. Le anziane vestono tutte di scuro:
la gonna nera plissettata, larga, sotto il
ginocchio; i capelli raccolti con una treccia fitta e sottile.
Ha inizio la funzione. Il sacerdote disvela il Crocifisso del panno viola che lo nasconde, lo eleva alto sulle braccia per deporlo poi su un banco coperto di un panno
rosso predisposto dinanzi all'altare. I presenti compostamente si approssimano al
Crocifisso baciandogli i piedi e ricevendo
un'immaginetta.
Le pie donne intonano:
"Figghiu me' Gesù mio moristavu in croce
/ mansueto me' agnello purissim'e nnoc-centi...".
Al termine del rito il sacerdote
e il predicatore percorrono processionalmente il Tempio recando il Crocifisso e le
ostie consacrate. Di nuovo all'altare, il sacerdote guida i fedeli nella recita del Padre nostro e impartisce poi la Comunione.
I fedeli intonano "A passioni du Signuri".
La Messa è finita, le donne uscendo dalla
Chiesa si recano in visita all'Addolorata, ne baciano il manto e sostano presso di
essa intonando ancora i canti della tradizione.
Il pomeriggio trascorre lentamente.
Alcuni
bambini sono intenti ad accatastare alcune fascine di legna al centro della piazza
mentre le donne, a piccoli gruppi, continuano ad affluire presso la casa dell'Addolorata.
Alle 21.30 ha inizio
la Funzione. Il sacerdote predica e illustra
con l'ausilio di diapositive la Passione del
Cristo. La predica della Passione viene a
tratti interrotta per lasciare spazio ai cori
delle fedeli che intonano alcuni canti tradizionali: "All'undici uri tutti si partiru, / piccioli e randi tutti s'arringaru..."; "Fici
strumentu lu Figghiu di Diu / e cu dudici cordi lu ccordau..."; "Quandu la Matri
santa caminava, / l'amatu Figghiu soi
cercandu jia...".
Frattanto in piazza gli uomini, riuniti in capannelli, si intrattengono
intorno al falò appena acceso.
Sono le 23.30, l'Addolorata è prelevata
dall'abitazione dove era stata trasferita la
sera precedente. La recano a spalla otto
fedeli coronati di serti vegetali, accompagnati da sei uomini che recano torce di
legno di pino, a dera.
All'uscita della Madre le donne intonano ancora: "Quandu la Matri santa caminava...".
Lentamente
la processione, illuminata dalla aranciata luce della resina, attraversa la piazza,
raggiunge l'ingresso serrato della Chiesa
Madre e ivi si arresta in paziente attesa.
All'interno la funzione è giunta al suo punto culminante. Il sacerdote sta raccontando con toni appassionati della Crocifissione. Si ferma un attimo. Si fa silenzio nella
Chiesa gremita di fedeli e il sacerdote rivolge lo sguardo al portale e invita Maria ad entrare.
La porta si spalanca e l'Addolorata incede, composta, di alcuni passi, gira su se
stessa e ritorna all'esterno; dietro di Lei
si chiude pesante il portone. Il sacerdote
prosegue ricordando l'amore di Maria per
il Figlio, poi chiama nuovamente la Madre.
L'Addolorata si fa avanti veloce, facendo due rapidi inchini, e si pone dinanzi
all'officiante che ne decanta le virtù. Ecco
la Madre uscire ancora, stavolta dall'ingresso che dà sulla piazza, e raggiungere
il portone principale.
Il sacerdote tace.
Poi, improvviso, con voce decisa, chiama
Maria per la terza volta: "Vieni o Maria!
Vieni!": l'Addolorata entra rapida, facendo tre inchini, e corre dinanzi al sacerdote che le pone tra
le braccia, su un candido panno, un piccolo simulacro del Cristo Morto.
L'Addolorata ritorna verso l'ingresso,
avanza poi nuovamente tornando a inchinarsi tre volte, e va a disporsi, a destra,
sull'altare alle cui spalle giace il simulacro
grande del Cristo Morto abbracciato dal "graniceddu".
Nuovamente cala il silenzio.
Il portale si apre improvviso: avanza di
volata San Giovanni ammantato di nero
e, inchinatosi tre volte, va a disporsi a
fianco della Madonna, tra gli applausi dei
fedeli. Le donne riprendono a cantare :
"Quannu la Matri santa caminava...".
Ha inizio ora una mesta processione. L'Addolorata s'avanza preceduta dalla Croce,
dal parroco e dal predicatore e seguita,
come al solito, dalle donne che intonano
canti, gli stessi che hanno accompagna-
to la veglia delle ore precedenti.
La processione, attraversa la piazza Dante Alighieri e si distende sul corso
Alvaro fino a raggiungere il Calvario. Poi,
secondo un itinerario in parte diverso, ritorna presso la Chiesa Madre.
L'Addolorata vi è introdotta ed è disposta ancora
sull'altare dove l'attende San Giovanni.
Le donne, una dietro l'altra, le toccano il
manto portandosi poi la mano alla bocca
e baciandola. Analogamente accade con
San Giovanni. Al corpo del Cristo disteso alle spalle dell'altare sono riservati le
carezze e i baci più intensi e diretti, sulle mani, sui piedi, sulle gambe, sul volto.
- Testo tratto dal volume "La Settimana Santa a San Luca", Etnovisioni s.n.c., Catanzaro, 2007, a cura di Ignazio E. Buttitta.
- Foto a cura di Giancarlo Parisi.